GabrielKnight2161
Globalizzazione e muri.
Alla caduta della “Die Mauer” erano 16 le recinzioni in tutto il mondo. Oggi sono addirittura 63, qualcuno dice 77, che interessano 67 stati, completate o in fase di progettazione.
È il paradosso della globalizzazione alla quale abbiamo brindato e che ci ha illuso di avvicinarci.
C’è un interessante libro di Tim Marshall che scrive “I muri non funzionano quasi mai, ma sono potenti simboli di azione contro i problemi percepiti”. Sorprende il finale del saggio, come se Marshall si arrendesse alla realtà, senza indicare una via alternativa al filo spinato. Scrive: “In quasi tutte le lingue c’è un proverbio che suona più o meno così: “Buone recinzioni fanno buoni vicini”.
Non è un banale luogo comune. Afferma une verità ineludibile sui confini fisici e psicologici. Progettiamo un futuro in cui speriamo nel meglio e temiamo il peggio e sulle ali di questa paura costruiamo muri. Una posizione arrendevole che tenta di stemperare col pannicello caldo dei ponti: “La nostra capacità di pensare e di costruire ci dà la possibilità di riempire di speranza gli spazi divisi dai muri con la speranza: costruire ponti”.
La Paura genera mostri.
Per imbonirmi il vicinato stavo pensando di alzare un muro alto 3 metri in giardino...

114 commenti
Sanguanel36916
I numeri iniziali sono una sentenza. Sentenza che arriva da chi? In base a quali dati?
Personalmente non ho brindato affatto alla globalizzazione, ero e sono soltanto consapevole che niente e nessuno potrà fermarla, neppure un migliaio di testate atomiche esplose la fermerebbe perché a quel punto ci sarebbe una gigantesca nube atomica...globalizzata.
È vero, i muri sono soltanto un simbolo, anche il non averli lo è.
I fallimenti storici dei muri di confine sono molti, o meglio, tutti hanno fallito nel tempo (forse il più importante è quello della "Grande muraglia" cinese, che non servì assolutamente a nulla, ma anche il "Vallo di Adriano" si rivelò totalmente fallimentare. E molti altri ancora. Ti ricordo che sei nella sezione Storia).
Alla fine è soltanto tempo, energia, materiali, completamente sprecati, nell'ottica di lungo termine, quando nel frattempo si potrebbe benissimo fare qualcos'altro.
Certo i muri falliscono, tutti, senza quasi, ma non subito però. Nel frattempo in molti vivono le conseguenze causate dai muri, conseguenze inutili, visto che i muri nel tempo si rivelano sempre inutili.
Non sono in grado di aggiungere altro.
Bel post comunque.
Warmuser10866
We don't need no education,
We don't need no thought control.
No dark sarcasm in the classroom.
Teacher, leave those kids alone,
Hey, Teacher, leave those kids alone!
Non poteva mancare.
GabrielKnight2161
Warmuser, quanto amo quell’album! Meriterebbe da solo un post!
Tear down the wall!!!
Warmuser10866
GabrielKnight, Uhm, lo apprezzo ma il migliore per me è The Piper at the Gates of Dawn. Tutta un' altra storia!
FlavioBertamini88374
Dead man walking
Per ora il post mi ha fatto pensare alla Città del Vaticano, quasi completamente circondata da mura, e al romano "pontefice", ora papa Francesco, che la governa. Ma forse sono solo assonanze linguistiche.
GabrielKnight2161
FlavioBertamini, ho provato ad aprire il link ma sembra non essere corretto.
GabrielKnight2161
FlavioBertamini, parecchi spunti..
Carol766886
Curiosa e amante di novità
Il proverbio citato da Marshall credo significhi che dobbiamo mettere i paletti, dei piccoli muri metaforici, imparare cioè a mettere dei limiti con le persone, per non farsi sovrastare, invadere, annientare. Io ad es.ho dovuto imparare a farlo, nella mia professione di assistenza, per non essere "mangiata viva"... ma sulla mia pelle, perché all'inizio non ero in grado di mettere paletti e mi facevo sempre invadere...
Diverso é il discorso di muri e recinzioni reali, che non condivido, specialmente quando si parla di filo spinato contro gli immigrati.
Tu che sei triestino, ricorderai la storia di Marco cavallo e del manicomio... e di quando, dopo aver abolito i manicomi, per far uscire la statua in cartapesta di Marco cavallo, siccome era più alta della porta, hanno dovuto letteralmente e fisicamente abbattere il muro. Emblema della libertà.
Quindi..libertà é abbattere il muro che ti tiene prigioniero, ma anche saper mettere i paletti per non farti annientare.
Ci vuole la misura giusta e capire quando é giusta , é questa la parte più difficile.
ilmiozio200266
Estremista di destra e di sinistra
Carol76, Io invece credo che l'analogia "buone recinzioni/buoni vicini" faccia riferimento proprio ai confini fisici e vada intesa in questo senso: io e te potremmo essere ottimi amici a patto di sapere reciprocamente e con precisione dove finisce il tuo spazio e dove inizia il mio.
Si parla evidentemente di spazio fisico poiché quello mentale non può essere recintato.
GabrielKnight2161
Carol76, grazie. Ricordo molto bene Marco cavallo.. è una metafora pungente soprattutto se consideriamo il contesto. Il muro, inteso come barriera fisica e mentale, è il simbolo della chiusura, di conseguenza un fallimento.
Tear down the wall recitava Roger Waters..
ilmiozio200266
Estremista di destra e di sinistra
Se davvero si vogliono abattere recinzioni, muri e confini, si inizi con quelli della propria casa e del proprio giardinetto: solo dopo si può essere credibili, non prima.
Personalmente non ci penso proprio.
GabrielKnight2161
ilmiozio, sono rientrato così, di passaggio.. vediamo se quag riesce a farmi nuovamente appassionare o quantomeno interessare, altrimenti me ne torno a pubblicare la foto della verza che ho mangiato a cena su facebook.
Mi fa piacere ritrovarti dopo più di due anni, a presto!
Ma non rivelare a nessuno la mia identità
Tommy31266
ilmiozio, e la credibilità opposta consiste nel murare la porta di casa.
Solo così si può essere credibili, non prima.
FlavioBertamini88374
Dead man walking
Sanguanel, con un ottimo commento iniziale.
GabrielKnight2161
Sanguanel, grazie per il tuo intervento. I dati ovviamente sono ufficiosi ma cercando in rete si trovano parecchi riscontri.